A me. La storia di una delle mie follie.
Da molto tempo mi vantavo di possedere tutti i paesaggi possibili, e ritenevo derisorie le celebrità della pittura e della poesia moderna.
Mi piacevano i dipinti idioti, teloni da circo, insegne, miniature popolari; la letteratura fuori moda, libri erotici senza ortografia, racconti di fate, libricini per l’infanzia, vecchi melodrammi, insulsi ritornelli, ritmi ingenui. Sognavo crociate, viaggi di scoperte di cui non si hanno resoconti, repubbliche senza storia, guerre sante soffocate, rivoluzioni di costumi, dislocamenti di razze e di continenti: credevo a tutti gl’incantesimi.
( Testo tratto dal poema in prosa: " Una stagione all'inferno "- capitolo, Deliri II - di Arthur Rimbaud )
Dea Jaupi / T63 / Video, durata 04:27 sec