No cage for a femminist

No cage for a femminist

Il corsetto, elemento centrale dell’opera, è simbolo dell’oppressione della donna nel corso dei secoli e viene rappresentato come una gabbia, accentuando il suo aspetto costrittivo; mantiene però la sua eleganza che a un primo sguardo inganna l’occhio nascondendo la sua vera realtà.
La sua struttura è danneggiata nella parte centrale, questo perché negli anni le donne con le loro lotte sono riuscite ad allentare la morsa di questa prigione retorica. Il corsetto però rimane, in quanto, anche al giorno d’oggi, continuano ad esistere pregiudizi e aspettative che restringono la libertà del genere femminile. Al centro è stata posizionata una mia foto da bambina, simbolo della spensieratezza e dell’ingenuità di ognuno di noi nell’infanzia; da quella posizione vede solo attraverso il buco e non si rende conto di essere in gabbia, solo crescendo e dando uno sguardo più ampio alla realtà che la circonda si rende conto di essere in trappola e lotta per uscirne, contribuendo ad allargare il “buco” e ad allentare le costrizioni che la società impone alle donne.
Tutto questo accentuato dallo sfondo viola, scelto in quanto rappresenta da anni il colore del femminismo.

Aurora Giani / T36 / Fil di ferro, fotografia, scotch carta, vernice acrilica e cartoncino

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